ESSERE UN GRANDE CAMPIONE GARANTISCE UN BUON FUTURO NEL JIU JITSU?

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Il Jiu Jitsu competitivo è in un momento di grande crescita. Esclusivamente la IBJJF, detiene più di 120 campionati all’anno, in tutto il mondo.Per non parlare dei diversi eventi, con regolamenti differenti che ormai vengono promossi in tutto il mondo. Inoltre, premi in denaro sempre più abbondanti rendono il sogno di essere un atleta professionista di Jiu Jitsu sempre più attraente.È molto gratificante vedere atleti che si sono impegnati così tanto per perseguire il loro obiettivo, per raccogliere i frutti delle loro ardue battaglie ma c’è un fattore molto importante da considerare in tutta questa storia: il Jiu Jitsu, nonostante sia in piena espansione, non è uno sport mainstreaming, o uno sport di massa.Ciò significa che non importa quanto siano grandi gli eventi, non c’è ancora pubblico per generare entrate in sponsorizzazioni e pay-per-view che siano abbastanza significative da essere trasformati in pagamenti agli atleti.In altre parole, anche se un atleta è al massimo delle sue prestazioni, è ancora molto difficile raggiungere una vera indipendenza finanziaria essendo solo un agonista di Jiu Jitsu.Ecco perché il percorso che la maggior parte dei professionisti di Jiu Jitsu finisce per intraprendere è la via dell’insegnamento e spesso cerca di aprire la propria accademia.
A questo punto ritorna a galla una vecchia trappola, ossia, la famigerata convinzione che allenarsi duramente e gareggiare spesso ti renderà automaticamente un buon insegnante o ancora meglio, la convinzione che essere una cintura nera “casca grossa” ti renderà un buon manager ed insegnante dopotutto, se hai un arsenale di tecniche collaudate in scenari competitivi e un medagliere importante, chi non vorrebbe essere tuo studente? Giusto? E con molti studenti, gestire un’accademia di Jiu Jitsu non dovrebbe essere così complicato…….
Ecco perché reputo che la realtà è molto diversa da questo quadro che è stato dipinto.
La dedizione allo sviluppo tecnico, il duro allenamento e le buone prestazioni nelle competizioni, saranno sempre ottimi alleati. Ma per vivere efficacemente di “Jiu Jitsu”, e soprattutto a chi vuole diventare imprenditore, sarà necessario qualcosa di più. Imparare dal passato. Sono il risultato della generazione di concorrenti degli anni ’90, un decennio segnato da diversi progressi in termini competitivi per il nostro sport, come la creazione dell’UFC nel 1993 e l’inizio del primo Campionato Mondiale di Jiu Jitsu nel 1996.Questi periodi hanno visto emergere grandi nomi nel nostro sport e della formazione della maggior parte degli insegnanti che lavorano oggi, nonostante tutti gli eventi menzionati, è stato ancora un momento che ha visto il numero di praticanti diminuire in generale. In quel periodo le accademie erano estremamente concentrate sulla competizione, l’allenamento era faticoso, non c’era una metodologia o un percorso chiaro da seguire per lo studente e il Jiu Jitsu divenne allora qualcosa che veniva praticato solo da atleti ad alte prestazioni, considerando che, in media, solo il 3% degli studenti sono atleti agonisti … Posso sostenere con estrema sicurezza che insegnare Jiu Jitsu è totalmente diverso che allenarsi esclusivamente pensando alla tua unica evoluzione.
Riscaldamento, due posizioni e allenamento. Senza dubbio, questo è uno dei modelli di allenamento più adottati in “prime time” dalla maggior parte delle scuole di Jiu Jitsu.Ciò accade spesso senza alcuna divisione di livelli o strutturazione metodologica. Questo modello può funzionare ma reputo sia molto limitato in quanto per offrire davvero valori e trattenere i tuoi studenti dando l’eccellenza del servizio offerto, è necessario, infatti, insegnare Jiu Jitsu seguendo una metodologia.
L’insegnamento del Jiu Jitsu vuol dire: svolgere il ruolo di trasmettere conoscenza tecnica, storia e filosofia in modo efficiente e appropriato alle esigenze e al contesto di ogni studente.
Per insegnare Jiu Jitsu, è essenziale che ci sia una metodologia che permetta agli studenti con diversi profili e livelli di abilità, di muoversi attraverso il viaggio nel miglior modo possibile. All’interno di questo viaggio da intraprendere, è necessario mantenere obiettivi chiari e raggiungibili, mantenendo gli studenti motivati ​​e coinvolti. Il vero insegnante di Jiu Jitsu deve costantemente studiare ed espandere il proprio repertorio tecnico. In questo modo, avrai gli strumenti necessari per diffondere la conoscenza al fine di servire meglio i tuoi studenti.
Passaggio da tecnico agonista a manager.
Dopo aver seguito il percorso quasi naturale di diventare insegnante, sono molti i professionisti che desiderano intraprendere e diventare titolari di una propria accademia credemdo che in questo modo raggiungeranno la pienezza della loro carriera professionale, mettendo a disposizione più tempo e risorse finanziarie, in effetti, avviare un’impresa di successo può essere un viaggio estremamente appagante, tuttavia, richiede un’altra gamma di competenze, che richiederà ancora più lavoro e miglioramento da parte dei professionisti in quanto l’insegnante dovrebbe in quel momento diventare un manager.
L’insegnante che mira a sviluppare un’attività di successo, deve ora assumere una posizione di leadership.Le sue conoscenze tecniche devono essere integrate in modo che possano essere efficaci quando agisce all’interno dei tre pilastri che costituiscono la gestione di un’accademia: struttura tecnica (il modo in cui fornirai il Jiu Jitsu come servizio ai tuoi studenti), struttura finanziaria (come sarà fatta la gestione i soldi guadagnati dall’azienda), marketing (in che modo i potenziali studenti saranno influenzati e catturati).
Inoltre, ci sono diversi elementi che devono essere implementati, costantemente valutati e migliorati dal manager, come servizio, processo di vendita, struttura fisica, standardizzazione, piani di pagamento, software di gestione…
Come abbiamo notato, l’insegnante è il manager moderno che vuole avere una solida attività e offrire Jiu Jitsu come servizio di qualità ed eccellenza ai suoi studenti, deve costantemente sforzarsi di svilupparsi personalmente e professionalmente. Solo in questo modo potrà agire in modo produttivo e olistico, trasmettendo in modo efficiente conoscenza tecnica e filosofia e gestendo un business sostenibile.
Questa trasformazione fa parte dell’individuo. Spetta al professionista assumere una posizione di leadership e ricercare informazioni e conoscenze nei diversi ambiti, mantenendosi in costante evoluzione.
Come il Jiu Jitsu, l’imprenditorialità non è una lotta facile.
Essere una cintura nera nella tua arte marziale non ti garantirà una cintura nera negli affari.Il grande campione può portare un marchio importante con il suo nome e la sua immagine ma affinché questo marchio si trasformi in una risorsa che aggiunge valore a un’azienda, è necessario trasformarsi e ripartire da capo per poter appendere la nuova attività.
L’atleta deve prima di tutto diventare un fornitore di servizi ma per poter far questo una delle cose importanti da creare è senza dubbio avere una metodologia di insegnamento solida e valida.

Forte abbraccio

Sandro Spampinato

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